Grazie Maestro Sacchi!

Le parole di chi ha conosciuto Francesco Sacchi

“Posso provare, ma non ho mai diretto un Coro”

Così rispose il Maestro Francesco Sacchi, allora insegnante di musica alle scuole medie di Premana, ai tre emissari (Remo, Fredo, Toni) mandati dal Coro Nives alla ricerca di un nuovo direttore, dopo che Vittorio De Col, primo maestro del Nives, aveva lasciato l’incarico per altri impegni.
Da allora, per quasi cinquant’anni Sacchi condivise con noi la sua attività musicale, fino all’ultimo concerto di fine luglio, nella Chiesa dell’Immacolata per la giornata dell’accoglienza. Fu il concerto d’addio, quella stessa notte infatti un malore improvviso lo colpì, accompagnandolo entro breve tempo alla sua dipartita.
Professionista preparato e stimato, apprezzato in tutto il territorio lecchese, oltre che per le sue doti musicali, per la sua umanità ed umiltà. Autorevole nelle sue competenze ma molto alla mano e disponibile, ha praticamente accompagnato per tutti questi anni il Coro, divenendo per tutti il punto di riferimento, condividendo con esso, esperienze, successi, vicissitudini artistiche ed umane, facendo del Nives una realtà apprezzata nel paese, dando ad esso un valore aggiunto che Premana riconobbe dando a Sacchi la cittadinanza onoraria.
Alla sua guida il coro divenne prezioso ambasciatore in tanti paesi italiani ed esteri di questa nostra realtà montanara, portando bellezza, armonia, arte, esempio di solidità comunitaria, fiera delle proprie tradizioni culturali, di fede, di tenacia del lavoro, di perseveranza negli impegni, di amore verso la propria terra.
Tante e varie furono le vicende vissute sotto la guida di Sacchi. Come non ricordare le uscite in Belgio tra gli emigrati italiani, in Friuli colpito dal terremoto, a Sarajevo appena uscito dalla terribile guerra di Bosnia, con Sacchi che dopo l’emozione e la tensione del concerto in cattedrale, durante il rinfresco, si sciolse, improvvisando al pianoforte una performance di classici, reminiscenza di quando, giovane pianista si esibiva nei piano bar dei locali notturni medio orientali.
Vogliamo ricordare ancora le tante Pasque fatte con gli ospiti della Nostra Famiglia di Bosisio Parini, i vari concerti nelle carceri, a Roma dal Papa o nell’aula di Montecitorio con altri Cori provenienti da tutta Italia per la consueta rassegna natalizia, gli incontri con le varie comunità premanesi sparse un po’ in tutta Italia.
I concorsi canori con le ansie e le trepidazioni per i giudici delle giurie, le rassegne e gli scambi con altri Cori italiani ed esteri e tante, tante altre uscite che nemmeno più ci ricordiamo.
Sacchi, ci ha sempre condotti e diretti con mano ferma, forte del suo talento e del suo carisma, della capacità di saper armonizzare le differenze, valorizzare le peculiarità dei singoli, ascoltare con disponibilità suggerimenti e considerazioni.
Non va dimenticata la sua attività di ricerca e di valorizzazione del patrimonio di canti tradizionali di cui è ricca la nostra comunità; facendo ricerche, pubblicando raccolte di canti, armonizzando testi dialettali, incidendo parecchio materiale che altrimenti, la frenesia moderna, rischiava di dimenticare per sempre.
Proficua poi la collaborazione con i poeti premanesi, quali Carlo Del Teglio e Antonio Bellati, dando corpo a nuovi canti di indubbia qualità, entrati ormai a buon diritto ad arricchire il vasto repertorio popolare e specifico premanese.
Tanto altro si potrebbe scrivere del maestro Sacchi, ma avendolo ben conosciuto, sarebbe il primo a dire che ciò può bastare tale era la sua modestia e semplicità.
Un grazie va alla sua famiglia che generosamente ce l’ha “prestato” per così tanti anni. Sappiamo della trepidazione della moglie Adila per certe salite a Premana il martedì, in inverno, nel cuore della notte, con parecchi centimetri di neve sulle strade. Raramente lui mancava alla scuola, sempre puntuale, coerente con gli impegni presi, da serio professionista ed esemplare lavoratore quale era.
“Mah! Al mé paar scì ün pivìde!” Così commentò ól Remo dopo quel primo incontro nel quale si chiedeva la sua disponibilità a guidare il Nives. Mai giudizio un po’ affrettato fu più benaugurante!!

Grazie, grazie tante Maestro Sacchi.
Premana ti ringrazia per quella volta di quasi cinquant’anni fa, che ci hai provato.
Per tutto il Coro
Ceser


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Musicista per vocazione

Sono tanti i ricordi e le emozioni che affiorano ripensando ai dodici anni di percorso comune col Maestro Sacchi per andare alla scuola settimanale del Nives (circa 25.000 km percorsi assieme, più o meno). Molti, in realtà, riguardano esperienze e aneddoti che Franco amava raccontare del suo passato trascorso nel Nives, come il concerto nella calura estiva di piazza Navona, a Roma, con una delle prime divise del Nives, a quanto pare assai calorifica. O la volta in cui, presentandosi elegantemente di nero vestito in una chiesa prima di un concerto venne chiamato ‘reverendo’. Ancora sorrido nel ricordarmi una serata estiva quando, salendo in auto a Premana, il finestrino del passeggero (cioè io, quella sera) rimase incastrato a mezz’aria. Ecco che a Balisio si scatena un temporale monsonico. Fermatici sotto la tettoia del distributore, Franco estrae dal baule un telo col quale tappiamo alla bell’e meglio il buco nella portiera, e via a proseguire il tragitto con me a reggere il telo dall’interno perché non volasse via.
Sicuramente l’impressione principale che mi resta dell’amicizia con Franco è quella di un uomo appassionato del suo lavoro. Un fulgido esempio di musicista per vocazione. Nei nostri viaggi intavolava conversazioni sulle nostre famiglie, la politica (e io evitavo accuratamente di approfondire), la Lecco che fu (e da lui ho appreso tanto). Ma non mancava mai la musica. Anzi, era costante la preoccupazione di essere sempre all’altezza e di ottenere il massimo dal coro, nei concerti ma anche in ogni singola scuola. Che commentava, soddisfatto o (raramente) meno scendendo verso casa, il martedì sera.

                                                                                  Martino

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…Lui la girava sempre in musica!

Difficile raccontare in qualche pagina de “Il Corno” la vita, i ricordi, il personaggio o la musica di Francesco Sacchi. Ci vorrebbe un intero numero se si vuole comunicare tutto ciò che il Maestro è stato per il nostro paese, per il Coro Nives e per la musica.
Si può cominciare parlando di lui da bambino figlio d’arte, alle fine degli anni ‘40, quando accompagnava al pianoforte così ad orecchio il quartetto musicale di cui suo padre era membro. Bambino prodigio, presto indirizzato con gli studi verso una vita di musica prima a Milano e poi a Piacenza, dove cominciò subito a comporre o ad armonizzare lavori di buon livello. Seguì poi un periodo della sua giovinezza in giro per il mondo, facendo piano bar sulle navi da crociera, tornando poi nella sua Lecco degli anni ‘60 mettendo su famiglia e dedicandosi all’insegnamento.
Raccontata così sembrerebbe una storia a lieto fine di un uomo che ha raggiunto il suo obiettivo, cioè vivere della sua passione: la musica. Ma non è così perché è proprio qui che comincia la storia, l’avventura di Sacchi con Premana quando a fine degli anni ‘60 fu mandato fin su in cima alla Valsassina ad insegnare musica alle scuole medie.
Il Coro Nives in quegli anni era senza direttore e non si sapeva quale strada prendere per rilanciare l’attività del Coro dopo circa 12 anni dalla sua nascita. Fu così che il Remo, che a quei tempi vestiva i panni di presidente, provò ad andare alle scuole per chiedere a Sacchi se l’idea di dirigere il Nives fosse o meno una cosa fattibile. La risposta del maestro fu positiva anche se non priva di dubbi e perplessità dato che non aveva nessuna esperienza in questo campo.
“Proviamo, poi vedremo cosa riusciremo a fare” disse senza immaginarsi nemmeno lontanamente di cosa stava riservando il destino per lui e per noi.
Il suo più grande pregio fu quello di non voler imporre la sua figura musicale con il bagaglio della sua formazione ed esperienza ma il mettersi a servizio del Coro cercando di capire la cultura musicale del Nives e soprattutto di Premana.
Subito si innamorò del nostro canto popolare adattando al Coro alcuni classici come “Él matinèe”, “La Molinère” ed altri. In seguito in collaborazione con le “penne” del nostro paese, Del Teglio e Bellati, diede vita a brani che resteranno per sempre piccoli gioielli musicali legati a tutti noi. Sacchi comprese così profondamente il canto premanese da riuscire a compiere lavori anche in senso opposto, ovvero scrivendo musiche di brani che poi nei decenni sono entrati a far parte del nostro repertorio popolare, due esempi su tutti “La Valle” e “Ól prüm baśiìn”.
Sedendoci ora attorno ad un tavolo a parlare del Maestro Sacchi, sono moltissimi i ricordi che vengono a galla: curiosità, fatti, vicende curiose e tanto altro ma tutte collegate dallo stesso filo: la musica. Sì, perché lui faceva musica ma soprattutto era musica. Potevi lanciare qualsiasi argomento che lui la girava sempre in musica.
Se in un locale c’era un pianoforte o qualche altro strumento non poteva non provare a suonarlo.
Se dopo i concerti si finiva a cantare alla promàne con un calice in mano, gli si illuminavano gli occhi e rimaneva lì in ascolto con un sorriso che toccava le orecchie.
Ricordo con simpatia una sera, tornando in pullman da un concerto, cantavamo la “Ninna nanna del contrabbandiere” da poco incisa da Davide Van De Sfroos, improvvisando armonie un po’ bizzarre per riempire con un po’ di colore il brano. Il Maestro si alzò, venne in fondo al pullman con carta e penna chiedendo ad alcuni di noi di ripetere i virtuosismi musicali appena tentati all’interno delle strofe…
Il martedì seguente giunse a scuola con la partitura per il Coro completa a 4 voci, ispirata alle nostre fantasie del sabato sera.
È grazie a questi grandi e piccoli momenti che è cresciuta l’amicizia tra noi, anno dopo anno per quasi 50 anni.
Per noi coristi è stato ed è tuttora una figura importantissima della nostra vita, il Maestro c’era ai nostri matrimoni, ai funerali dei nostri cari sempre con elegante educazione e rispetto di tutti.

                                                                                                                                                                                                Roby

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Grazie, Maestro!

Tanti sono i ricordi del Maestro Sacchi in 43 anni di coro Nives. Nei numerosi viaggi o concerti, rassegne, concorsi molto spesso stavo nei posti davanti sul pullman, vicino a lui; il tempo per arrivare alla meta poteva essere di una, due o più ore, come quando siamo andati a Liegi in Belgio portando ai nostri connazionali emigrati colà in cerca di lavoro: “Un fiore dall’Italia” ebbene, lui parlava sempre, ma sempre e soltanto di musica! Non ho mai conosciuto nessuno con la passione così intensa per il proprio lavoro!
Questa è la cosa che più di tutte, mi ha stupito di questa persona. Parlando dei vari generi di musica: leggera, classica, sinfonica, operistica , jazz ecc. diceva che se eseguita bene è tutta bella da ascoltare per gli appassionati di quest’arte!
Grazie, Maestro, per quello che mi hai insegnato e per la fiducia che hai avuto in me nel coro Nives e per la scuola di pianoforte (strumento “base” della musica) che hai fatto ai miei figli e nipoti.

Non ti dimenticherò mai!

                                                                                  Benedetto

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…Da Facebook!

A volte arrivavi a scuola molto assonnato: “Ho suonato jazz fino alle quattro ” dicevi, ma subito si faceva lezione, solfeggi, “la danza della schiava Anitra” e altre canzoni mai sentite, ci insegnavi. Poi il nostro Maestro è diventato il Maestro del nostro Coro Nives.
La stima e l’amicizia continuavano e quando venivo ai concerti, quella mano che mi stringevi salutandomi mi lusingava molto!
Caro Maestro per fortuna ci hai lasciato le tue canzoni, canzoni che hai musicato proprio per noi perché tu amavi Premana e di questo ti ringraziamo.
Riposa in pace, Maestro Sacchi, e gioisci ora nell’ascoltare il coro degli Angeli. (Livia Gianola)

 

Dici Maestro Sacchi, ed io non posso che pensare a ól prüm basìin
Grazie per tutto quello che hai fatto (anche) per Premana.
Le persone passano, il Bene fatto rimane. (Bob)

Conserverò il ricordo dei lunghi pomeriggi passati insieme a lavorare alla colonna sonora de “Il Mattino sorge ad Est”, tra la tua musica e mille interminabili racconti. È stato un onore averti conosciuto. Ciao Maestro Sacchi.  (Stefano Tagliaferri)

Oggi Lecco e Premana hanno perso un pezzo della loro storia. In particolare la nostra comunità perde una persona che è stata determinante per la nostra crescita culturale. Ciao Maestro! (Nicola Fazzini)

Quando si andava a casa sua, andava a finire che prima di venir via si sedeva al piano e suonava qualcosa: troppo bello sentirlo e vederlo suonare! (Tere Bellati)

Anche se per poco tempo, troppo poco, ho avuto anch’io nei miei primi mesi di coro l’occasione di conoscere una persona con una passione, una gioia e una serenità che nascono dalla musica che mi hanno colpito fin dall’inizio.
Da oggi, ad ogni concerto, accanto al Maestro ci sarà sempre Sacchi che dirige facendo il gesto del violino, con gli occhi chiusi e un trasporto che forse non ritroveremo più in nessun’altro maestro! (senza nulla togliere al nuovo Francesco… che si ritrova con una bella eredità!)  (Francesco Tenderini)

Se il coro Nives si distingue dagli altri cori è per l’anima, quella che sapeva passare il Sacchi con i suoi movimenti e le sue espressioni durante i concerti. Sono onorato di essere stato diretto da lui e non dimenticherò il suo sorriso dell’ultima volta che abbiamo cantato assieme. (Massimo Sanelli)

Ho avuto la fortuna e il privilegio di essere diretto da questo grande uomo per sei anni… anni in cui lui mi ha saputo trasmettere l’amore e la passione per la musica e il bel canto… grazie maestro, ad ogni concerto lei sarà sempre con noi…SEMPRE!!!  (Marco Gianola)